Titolo: La ragazza che ascoltava De Andrè
Autore: Sandra Faé
Pagine: 206
Genere: Narrativa contemporanea
Data di pubblicazione: 5 Maggio 2020
Editore: Maratta Edizioni
Prezzo: 0,99 Ebook; 12,00 Copertina flessibile
Trama: Carlotta ama De André, una passione ereditata dal padre e ama Umberto, una passione finita male dal momento che lui l’ha lasciata. Per consolarsi si butta sul lavoro e sui macaron. Alternando i capitoli al presente e al passato, sarà una tragedia ben più grande a farle capire che quello che conta spesso si nasconde in ciò che viene dato per scontato. In compagnia di una strampalata famiglia, tra il negozio e i vestiti vintage della madre e dinamiche complesse, si riconoscono i tratti tipici delle donne, in bilico tra
dramma e ironia, ogni giorno più consapevoli.
Ciao a voi lettori, sono qui per parlarvi di un romanzo molto bello: La ragazza che ascoltava De André. Già dal titolo, molte di noi penseranno di immedesimarsi nella protagonista, Carlotta, una ragazza proprio come tante, con una famiglia come tante, cioè con le sue particolarità, con una vita travagliata sia dal punto di vista sentimentale che professionale (in linea appunto con le difficoltà dell’Italia attuale, che molte di noi hanno ben presente). Ma voglio rincuorare anche chi non ascolta De André, perché non è necessario conoscerlo ai fini della trama del libro, anche se troveremo spesso frasi tratte dalle sue canzoni, che si incastrano perfettamente nelle pagine del libro, dandoci conferma dell’universalità dei testi dell’artista.
La scrittura è matura, non ha nulla da invidiare a quella delle più famosi scrittrici contemporanee, è molto diretta, genuina, ci parla schiettamente e in maniera molto ironica ci fa sorridere, ma anche emozionare tanto raccontandoci alcuni episodi veramente dolorosi, lasciandoci però un messaggio positivo. Anche lo stile è molto originale, compie in continuazione dei salti temporali che però mai disturbano il susseguirsi
degli eventi, anzi arricchiscono la storia e i personaggi di dettagli sempre nuovi e singolari. Unica pecca, ma parlo dal mio punto di vista, è la scrittura un po’ troppo densa di avvenimenti e meno di descrizioni, che a volte mi ha appesantito la lettura.
I protagonisti sono tutti ben descritti, a tal punto che sembra quasi di conoscerli da sempre, in tutte le loro sfaccettature. Sono, inoltre, tutti personaggi bellissimi, che ci lasciano e ci insegnano qualcosa di importante.
Difficile riuscire qui a parlare di tutte le tematiche affrontate dall’autrice, sarebbe impossibile, e quindi io le tradurrei semplicemente con la parola vita. Si parla, infatti, di amicizia, di rapporto tra genitori e figli, sempre complesso, di omosessualità, di rapporti sentimentali travagliati, di amori che finiscono, di macarons, di moda, di vestiti, di legami spezzati e lutti tremendi e improvvisi che la vita ti sbatte addosso lasciandoti svuotata.
Tocca un po’ rimettersi in piedi su quel filo teso che è la vita e tornare a fare l’acrobata. Va sempre così, sono l’esistenza stessa e i tipi che incontri a volerlo.
E’ un romanzo che ho trovato adorabile, ricco di emozioni e passioni, ma al tempo stesso ho anche avvertito la leggerezza di una ragazza come tante, come potrei essere io, perché le sue emozioni le ho percepite e le ho fatte mie, e insieme a lei ho capito che non sempre quello che riteniamo importante lo è per davvero, e impariamo anche ad accettarci, alla fine, per ciò che siamo.
I treni perfetti passano una sola volta nella vita, tocca riconoscerli, salire in carrozza ed essere in due a voler fare proprio quel viaggio insieme, costi quel che costi.