Trama: Il girasole piega a occidente e già precipita il giorno nel suo occhio in rovina” scriveva Salvatore Quasimodo e su questa frase si costruiscono due storie che si intrecciano e vivono parallelamente tra Oriente e Occidente in un caos colorato di umanità e sacralità. Jane ci accompagna per mano nelle profondità dei sentimenti che contaminano la mente di chi è abituato a non vedere limiti dove ci sono diversità, ma custodisce nell’anima i frammenti di bellezza. Possono le tradizioni essere sovvertite dall’impeto delle follie d’amore? Jane e il suo viaggio in Oriente saranno un’analisi delle emozioni da un punto di vista antropologico e filosofico senza presunzione alcuna di dare delle risposte valide universalmente.
RECENSIONE DI MARINA
Jane è grata per gli studi intrapresi come Antropologa ma, non è soddisfatta della sua famiglia, una madre che pur presente è in preda a crisi esistenziali, un padre e la sorella Giusy, i quali sono: egoisti e arroganti sempre pronti a giudicare il prossimo, Jane si sente più spensierata quando in estate trascorre le sue giornate in campagna dai nonni materni, anche qui non è che il clima famigliare sia migliore di casa sua. In una giornata passeggiando incontra un giovane vicino, con uso e costumi orientali, infatti il giovane Arjuna è un indiano che trascorre in Toscana le vacanze con il nonno Sanjay.
Jane è una un introversa, di conseguenza non leggibile il suo vero (Io), Giusy la sorella è stata per me lettore una spina nel fianco, trovandomi immersa nel mio vissuto. In sintesi questo romanzo viaggia in una introspezione di come sia spesso indecente la società, che pur di apparire calpesta l’essere, con lusinghe e quella sottile e invadente violenza psicologica. La scrittura è fluida, i personaggi sono ben descritti nelle loro caratteristiche, la storia è ben strutturata con un linguaggio molto semplice, anche se ci sono riferimenti e citazioni di una classica formazione letteraria, mi ha coinvolta in tutto tanto da leggerlo in poche ore. Diciamo che per la metà lettura mi sembrava alquanto noiosa per poi andare avanti con un interesse crescente. La scena che più mi ha colpito quando la protagonista, si nasconde per scoprire quale segreto abbia nonna Sole e a chi dedica i suoi pensieri. Consiglio la lettura!!!
“La trappola sociale all’interno della quale mi trovavo come un pesce fuor d’acqua mi faceva mal sperare su un cambiamento da centralizzazione dell’uomo a focalizzazione dei bisogni della natura e dello spirito. La marginalizzazione della bellezza insieme alla rinuncia della dimensione tragica dell’essere umano erano il preludio di un tramonto della specie. Il paradigma dell’umanesimo rinascimentale lasciava il testimone al collasso delle idee. L’uomo era ora l’artefice delle sue azioni ed io facevo parte dell’umana onda che attendeva di giungere a riva per infrangersi e svanire. La cultura che mi avvolgeva era quella della comunicazione senza contenuti ed incontrare un uomo o scoprire che una donna sapeva parlare e trasmettere delle emozioni significava abbandonare lo stato di anestesia e di isolamento nel quale mi trovavo.”