Titolo: Fino a quel momento soffrirai come un cane
Autore: Giuliano Petrigliano
Genere: raccolta di poesie
Data di uscita: 25 maggio 2020
Casa Editrice: Bertoni
Pagine: 162
Prezzo: 14,25 € (copertina flessibile) su Amazon
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Trama: Una raccolta scanzonata, dissacrante, a volte ironica: non c’è la forma ricercata della lirica, ma lo stile scorrevole della prosa; eppure, nel suo modo di raccontare e raccontarsi, Petrigliano riesce a guardare
negli occhi il lettore e a raccoglierne l’empatia. Ecco quindi che, girata l’ultima pagina, si ha quasi l’impressione di aver rivisto un vecchio amico, di aver bevuto con lui al bancone di un bar e aver ragionato insieme, con un pizzico di cinismo e un po’ di tenerezza, di tutti quegli amori, avventure e sconfitte che si stagliano sotto il cielo di questa grande giostra che è il mondo.Bentornati, cari lettori, per voi ho letto la terza raccolta di poesie di Giuliano Petrigliani, edita Bertoni Editore, “Fino a quel momento soffrirai come un cane”.

RECENSIONE DI SIMO 

Per me è stata una grandissima scoperta, una lettura molto diversa dal solito, ma bellissima. Quanti di noi sono abituati a leggere poesie? Io parlo per me, e benché sia un genere che ho sempre adorato, non mi capita spesso di leggere un libro di poesie, e questo, sotto forma di prosa, si legge tutto d’un fiato, e mi è sembrato quasi di leggere un romanzo scritto in prima persona. Poesia, dopo poesia, scopriamo le giornate del protagonista, un musicista e un poeta, le uscite con le ragazze, e tutto il resto, e per quanto ne so potrebbe benissimo essere una storia autobiografica.
Purtroppo, io non ho le capacità per analizzare la prosa dal punto di vista stilistico, e dico purtroppo perché, nonostante la mia ignoranza, so riconoscere il talento quando c’è. E lo stile è quello che mi ha colpito subito: è ironico, accattivante, romantico e dissacrante; un flusso di coscienza che non ha paura di rivelare ciò che pensa, nel modo più diretto possibile.

La gente pensa sempre di essere estremamente complicata e maledetta: ci sono ragazze che quando si emozionano pensano di essere le uniche in grado di farlo e si sentono migliori delle altre che “sanno solo aprire le gambe”. Come se a loro invece il cazzo desse fastidio…

Anche l’immagine della copertina mi ha catturata: è una bella immagine di arte contemporanea che sembra volerci comunicare tante cose. A me racconta uno scambio di pensieri, chiacchierate al bar, una sorta di manipolazione delle persone, quasi come fossero oggetti, i cui cervelli ce li beviamo come fossero dei caffè al bar. Tutto questo perché, nonostante l’ironia, la semplicità e la schiettezza degli argomenti di tutti i giorni, io ho trovato in queste poesie una grande profondità. L’autore ci spiega che ogni giorno abbiamo a che fare con la vita, che è cruda, spesso dolorosa, quasi mai ci regala quello che vorremmo e noi non siamo mai contenti, quasi non riusciamo a trovare la felicità ma non per questo dobbiamo far sempre finta di essere forti, che niente ci possa scalfire, perché sì, spesso stiamo male anche solo al pensiero di un messaggio che non arriva… ma non dobbiamo sentirci a disagio per questo, è normale sentirsi dipendenti dagli altri, in qualche modo.

A volte non c’è molto altro da fare se non ridere, perché le giornate scorrono sul pianeta con l’aria di volerti convincere a farla finita con tutto.

Leggetelo, sono sicura che vi piacerà, facendovi riflettere sorridendo. Buona lettura!

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