Titolo: Essi Vennero
Autore: Raffaele Florillo
Editore: SelfPublishing
Genere: Fantascienza Distopica
Prezzo: ebook 2,99€ cartaceo 8,31€
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Trama: Siamo soli nell’Universo?
Una tiepida mattina di inizio Maggio del 2042 questa grande domanda riceve finalmente la sua risposta: la razza extraterrestre dei “Grigi” atterra in diversi angoli di un pianeta Terra già martoriato dalla sovrappopolazione e dall’eccessivo inquinamento, portando distruzione e violenza oltre ogni limite immaginabile. Cadono i governi, la razza umana viene decimata e i pochi esseri umani superstiti sopravvivono qui e lì nascondendosi sottoterra, bollendo acqua piovana e trafugando il cibo dove possibile.
Giulia, poco più che ventenne, è l’unica persona conosciuta ad essere scappata dalla prigionia aliena e quando incontrerà Giovanni e il suo gruppo di sopravvissuti in una Napoli orribilmente lacerata penserà di aver trovato la salvezza, ma un grosso segreto è ben celato dentro di lei.

RECENSIONE DI ANGELA

“Essi vennero” è un romanzo fantascientifico di genere distopico ed è sorprendentemente ambientato in Italia.
L’autore ha strutturato la storia in episodi che ci permettono di conoscere come, in diverse zone d’Italia, viene vissuto l’evento catastrofico di un’invasione aliena non proprio “amichevole”.
Tutto inizia a Napoli, dove Giulia, prigioniera dei “Grigi”, extraterrestri sbarcati sul suolo partenopeo, riesce a sfuggire loro grazie a un’esplosione.
La ragazza indossa ancora il camice con cui gli alieni vestono le loro cavie, è debole, provata, ha la testa rasata e le labbra cucite da un filo metallico. Viene raccolta e portata al riparo da altri scampati che si sono radunati nei sotterranei della metropolitana.
Lo scenario narrato è il tipico dei racconti post apocalittici: rovine, distruzione, polvere e sofferenza.

…le strade erano letteralmente invase dai detriti, come se multiple esplosioni avessero lacerato quel posto con violenza spropositata. Tutt’intorno, nel silenzio più irreale, nessuna traccia di altri esseri umani. Neanche l’ombra di un cadavere.

Le priorità dei sopravvissuti sono la ricerca di cibo, di medicinali e di armi, ma anche il contatto con altri probabili superstiti.
Del gruppo di scampati napoletani fanno parte Giovanni e Bruno che rifocillano e rassicurano Giulia, mentre lei narra loro tutto quello che sa sugl’invasori alieni.

Quelle creature… gli alieni. Sono enormi, altissimi. Intorno ai tre metri, forse anche di più. Hanno braccia lunghe e la pelle grigia, queste sono almeno le caratteristiche che balzano subito a prima vista. Ma quello che mi ha spaventata di più è il loro viso: è simile ad un viso umano, ma hanno occhi spenti e totalmente neri mentre il loro viso è del tutto inespressivo. Sembrano quasi tutti uguali.

Proseguendo nella narrazione, l’autore ci porta a Taranto facendoci fare un salto temporale a ritroso e cioè nel momento in cui i Grigi sono atterrati e hanno cominciato a manifestare il loro approccio non amichevole. Era il 9 maggio 2042.
Lo Stato ha reagito attraverso il Governo, i militari e l’intelligence, ma il nemico si è rivelato troppo forte e privo di ogni pietà.
I sopravvissuti in questo step narrativo sono Nadia, una poliziotta, Dario, un giovane militare e Amira, una donna e suoi due figli.
Poi, ci si sposta nell’interland milanese, all’interno di un osservatorio astronomico, dove i superstiti sono Giulio, un astrofisico, Nazli, una matematica e Jack un turista americano. I due studiosi sono più attendisti e preferiscono rimanere nell’osservatorio, mentre Jack vuole cercare a tutti i costi altri scampati e si avventura all’esterno, diretto verso il centro di Milano.

«Non è semplice speranza, ma aspettare è la nostra unica ragionevole opzione» sentenziò la giovane donna «dobbiamo sopravvivere, assicurarci cibo, acqua e un tetto che non ci crolli sulla testa. Quello che fin’ora abbiamo qui è davvero tanto e non possiamo sprecarlo: dobbiamo solo restare qui e cercare di essere pazienti, captare se possibile qualche comunicazione radio ed aspettare che il nostro o altri governi si facciano avanti.»

Lasciando Jack in mezzo alle rovine di una Milano apocalittica, l’autore ci porta in Sicilia, dove l’invasione aliena ha portato un gruppo di scampati a una deriva pseudo religiosa. I Grigi vengono visti come degli esseri superiori venuti a salvare l’umanità, nonostante all’interno della comunità alle falde dell’Etna continuino a sparire nel nulla i corpi degli adepti prescelti dagli alieni.

«Preghiamo ora insieme, prima di andare a riposare» fece infine il Ministro «preghiamo affinché tornino presto da noi e ci scortino fino al loro Santuario, per venire colmati dalla loro Luce e divenire uomini nuovi.»

Nelle ultime pagine della storia si ritorna a Napoli, ritrovando Giulia, Giovanni e Bruno che si muovono dal loro rifugio per rimpinguare le loro scorte di viveri e medicinali.
Quando ritornano da una delle loro sortite, Ennio, un giovane particolarmente portato per l’elettronica, ha messo in funzione una radio che capta un messaggio:

“…ci proverò fino a quando ne avrò la forza. Lancio questo messaggio ogni giorno, più o meno alla stessa ora: mi chiamo Enrico, sono un infermiere e sono probabilmente uno dei pochi superstiti all’attacco extraterrestre del nove Maggio del 2042. Sono rinchiuso all’ospedale del mare, a circa otto chilometri dal centro della città di Napoli, e con me ci sono pochi altri superstiti.”

I dubbi sono tanti.
Il messaggio potrebbe essere una trappola, lo spostarsi da un luogo più o meno sicuro, rischioso, attraversare una zona fino ad allora non battuta, pericoloso.
Nell’ultimo scenario, narrato all’ombra del Vesuvio, riusciremo finalmente a sapere cosa ne sarà della nostra povera Italia invasa dai Grigi?

Ogni episodio raccontato da Fiorilli apporta qualcosa alla storia generale e crea un fil rouge da seguire per rispondere a tutte le domande che ci perseguitano sin dalle prime pagine:

  • Chi sono i Grigi?
  • Cosa sono venuti a fare?
  • Li ha chiamati qualcuno?
  • Perché catturano alcuni esseri umani?
  • Cosa ne fanno?
  • Come liberarsi degli alieni?
    L’autore cade spesso nei cliché di genere e il ritmo narrativo non è dei più vivaci.
    Peccato per le ripetizioni e i periodi troppo lunghi e tortuosi che inficiano la scorrevolezza della lettura.
    Inoltre, resta da sapere come possano i superstiti, sparsi per la penisola e senza contatti tra di loro, venire a sapere che gli alieni vengano ovunque chiamati “Grigi”.
    I personaggi, tratteggiati in maniera netta e senza fronzoli, sono coerenti.
    Originale la trovata degli scenari sparsi per la penisola che danno al racconto un tocco cinematografico.
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