RECENSIONE "ADRENALINA" DI CARMEN WEIZ - EDIZIONI QUEST
Titolo: Adrenalina Autore: Carmen Weiz Serie: Swiss Legends #4 Genere: Thriller poliziesco/psicologico con un tocco di Romance Finale: Autoconclusivo Editore: Edizioni Quest Data pubblicazione: 14 ottobre 2021 Prezzo: E-book € 2,69 / Cartaceo € 12,90 Trama:“Più grande è il Male, più mortale è il gioco”
L’agente speciale Sophie Nowack è ancora in fase di recupero, sia fisico sia mentale dopo suo ultimo incarico, nella Foresta Nera, quando viene chiamata d’urgenza alla sede della Fedpol. Avresti il coraggio di guardare, a ogni un sussulto del cuore, delle realtà sinistre e sconosciute, se dietro di loro si celasse l’abisso? Carmen Weiz torna con il quarto libro della serie Swiss Legends. Una lotta sfrenata contro il tempo per il miglior agente delle Forze Speciali Svizzere nel tentativo di salvare una vita innocente, ma soprattutto se stessa, perché i mostri che hanno sembianze umane predano chiunque, persino a lei.
“Cosa renderà il nostro gioco così divertente? Ho le carte migliori. Conosco le mani. E l’agente Sophie Nowack… lei non sa nemmeno che stiamo giocando.”
Questo libro può essere letto singolarmente, ma per entrare meglio nella storia dell’agente Sophie Nowack si consiglia di leggere il secondo e il terzo libro della serie, intitolati “La bellezza del male” e ”La voce dell’innocenza”. Se, invece, vuoi conoscere anche la storia dell’agente dell’Agenzia Kieran Heizmann, allora non perdere il primo libro della serie intitolato ”Unique.” Attenzione: contiene alcune descrizioni particolarmente intense, pertanto la lettura non è consigliata ai minorenni o a un pubblico sensibile.
RECENSIONE DI CHLOE
Buongiorno miei cari lettori, spero abbiate passato un buon fine settimana. Io l’ho trascorso leggendo il nuovo libro di Carmen Weiz dove troviamo la nostra giovane Sophie Nowack e un’altra missione che deve portare a termine. Prima di spoilerare troppe cose, vediamo a grandi linee ciò di cui parla il libro. Sedetevi e venite con me nel mondo oscuro e terrificante della grande agente.
Erano piante in grado di sopravvivere anche con una quantità minima d’acqua, potevano crescere in ambienti aridi e ostili, la loro corazza e le spine erano una difesa perfetta e, in condizioni ottimali, raramente si ammalavano.
Nel libro precedente, vevamo lasciato la giovane agente Nowack mentre mandava a quel paese la squadra con cui aveva lavorato per liberare una società dalle grinfie di una persona malvagia. Sophie, in questo nuovo capitolo, si trova catapultata in un’altra missione che minerà la sua psiche e il suo corpo. Dopo essere tornata a casa, il Camaleonte verrà chiamato poiché un serial killer ha catturato la giornalista Gabriella Sanchez che, accecata dalla sua sete di conoscenza, aveva accettato di vedere un informatore per conoscere chi si cela dietro la maschera dell’Asso. Come al solito, collaborare a delle indagini dove sono coinvolte altre squadre, non è il sogno di Sophie perché dovrà fare il triplo del lavoro per far sì che possano fidarsi di lei. Conoscendosi, sa che questo non è molto facile da poter portare a termine perché lei è abituata a fare di testa sua, preferisce chiedere “scusa” piuttosto che “permesso”. Non si fermerà fino a quando non porterà in salvo quante più persone possibili. Fantasmi del passato torneranno a farle visita, anche grazie alle nuove tecnologie e lei si troverà a dover avere a che fare non solo con un pazzo squilibrato, ma anche con quelli che dovrebbero essere i suoi colleghi.
Avrei potuto guardare un cadavere senza battere ciglio, confrontarmi con i criminali più violenti o avere un revolver puntato alla tempia, ma la cosa che mi spaventava di più era dover vivere nel mondo delle persone comuni, condurre una vita considerata “normale”. La verità era che non avevo idea di come sarebbe stato avere una relazione o anche solo essere circondata da amici, da una famiglia, dall’amore.
Riuscirà Sophie a trarre in salvo Gabriella senza cadere nella trappola della sua nemesi? Più passano le ore, più sa che il tempo a sua disposizione scarseggia, ma invece di avere via libera, si troverà ostacolata dal suo capo. Gabriella è in pericola, ma anche lei lo è. Chi riuscirà a vincere? Il Bene o il Male?
«Non si può avere a che fare con i pazzi se non sai come ragionino.» O ancora: «Devi essere pazza anche tu per riuscire a pensare come loro, per entrare nella loro testa e portare a termine la missione.»
Ebbene, rieccoci qui alle prese con una nuova storia della Weiz che ci riporta nelle lande Svizzere, facendoci immergere in luoghi che non abbiamo mai visto ma che, ormai, conosciamo alla perfezione. Lo stile della Weiz, così pieno di particolari, ci trasporta in un libro perfetto che sembra quasi un film. Anzi, credo che il film non riuscirebbe a catturare tutti quei piccoli dettagli che la nostra scrittrice riesce a rappresentare grazie alla sua penna. In questo capitolo della storia di Sophie, vediamo un crescendo sempre più graduale dei cambiamenti con cui ha a che fare la giovane agente. Se nel primo libro era una persona che si buttava a capofitto senza pensare alle ripercussioni, in questo vediamo una ragazza diversa, che cerca di fare tutto nel migliore dei modi. Una ragazza che si trova tra il voler fare ciò che è giusto e il dover nascondere delle cose. La sua vita non è mai stata facile e non lo è nemmeno adesso. Tutti i pazzi che popolano il mondo sembrano avercela con lei e si troverà costretta a dover fare i conti tra un dolore fisico e uno psicologico. Quanto dolore riesce a sopportare un’anima prima di spezzarsi? È quello che si chiede l’agente che, anche in questo capitolo, si “butterà” tra le braccia del suo aguzzino pur di salvare un’anima innocente. La penna della Weiz è sempre così perfetta che non riesco a trovare nessuna parola per descrivere quanto riesca a rapirmi ogni volta, al suo saper costruire una storia complicata e “pesante” rendendola leggera e semplice da capire. Cosa potervi dire più? Attendo con ansia di sapere che fine farà l’agente Nowack e quale altra avventura ci aspetterà.
Mi domandai quanto dolore avrei potuto ancora sopportare. Quando il corpo veniva martoriato dai colpi fisici, a lungo andare gli organi principali cominciavano a cedere fino a spegnersi del tutto. Ma il cuore? Con lui era diverso. Quanto diverso? Quante perdite e quanto dolore poteva sopportare quell’organo vitale prima di arrendersi definitivamente?